FEMMINICIDIO:
quella violenza che non ha classe sociale
Il femminicidio consiste nell’uccisione di donne e ragazze a causa del loro genere,cioè in quanto donne.
Esso può assumere varie forme,tra cui l’omicidio di donne a causa di violenza domestica,la tortura,l’uccisione delle donne in conflitti armati e l’infanticidio femminile.
Il concetto di femminicidio riguarda non solo l’uccisione,ma ogni atto di violenza o di minaccia esercitato nei confronti di una donna che le provochi un danno fisico o psicologico . L’uccisione è quindi solo la manifestazione estrema e spesso una conseguenza di numerosi episodi di violenza,molte donne infatti hanno paura o vergogna per chiedere aiuto e spesso pagano il loro silenzio con la vita.
Nel 2013 l’Italia ha notificato la CONVENZIONE DI ISTANBUL DEL CONSIGLIO D’EUROPA cioè il primo strumento per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Celebre è la scia di scarpe rosse,simbolo della campagna di mobilitizzazione contro il femminicidio chiamata “scarpe senza donne” iniziata in Italia nel 2012.
FEMMINICIDIO:81 casi nei primi sei mesi del 2013
La piaga del femminicidio fotografata da una statistica:nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise 81 donne,di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. L’Italia comunque è tra i paesi meno esposti in Europa a questo tipo di delitto. E’ la Germania a detenere il primato negativo,seguita della Francia e dal Regno Unito.
Colpita una donna ogni 12 secondi,non solo ogni giorno viene colpita da atti di violenza di genere (fisica,verbale e psicologica) una donna ogni 12 secondi.
Molte donne mantengono il segreto delle proprie ferite fisiche e psicologiche all’interno delle mura domestiche. Infatti la casa,che dovrebbe rappresentare la sicurezza,la protezione e l’alleanza,in realtà per questa donna è il contesto all’interno del quale si consuma il dramma quotidiano messo in atto dal proprio compagno.
Di fronte alle notizie di femminicidio ci si chiede:”La tragedia si poteva prevedere ed evitare ? “
Inizialmente ci si illude che si tratti di una momentanea perdita di controllo alla quale non dover dare peso. Successivamente gli atti si ripetono lasciando spazio a comportamenti sempre più gravi.
La paura paralizza la donna che sceglie di non denunciare i soprusi.
QUANDO INVECE SI SCEGLIE DI DENUNCIARE,LA DONNA VIENE TUTELATA DAL NOSTRO SISTEMA GIURIDICO E AIUTATA NEL PROPRIO CAMMINO.
L’11 ottobre il Senato ha approvato il Decreto sul femminicidio con 143 voti a favore, 3 contrari e nessuno astenuto.
Il decreto non punta solo alla depressione ma prevede anche risorse per finanziare un piano d’azione antiviolenza, una rete di case-rifugio e l’estensione del gratuito patrocinio.
La polizia giudiziaria può allontanare il colpevole dalla casa famigliare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
Chi è allontanato dalla casa famigliare potrà essere controllato at...
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