Scuola Secondaria Vannucci-3E

  1. Sfruttamento dei Cinesi in Italia
    Alessandro, Lucrezia, Cesare.

    AvatarBy sante22 il 12 Dec. 2013
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    La tragedia della fabbrica di Prato, dove sono morti sette operai cinesi, lascia diversi interrogativi. Dalle inchieste continuano a emergere aspetti inquietanti sul sistema di sfruttamento del lavoro legato al comparto moda.

    Molti hanno detto che si è trattato di una tragedia annunciata, che quella situazione di degrado non è nuova nel distretto toscano, né in altre zone d'Italia, che c'era da aspettarselo, prima o poi. Allora perché non si è fatto qualcosa prima? Perché non si è vigilato sulle condizioni di lavoro, sulle misure di salute e sicurezza?

    Le responsabilità sono diverse e non è facile, in questa fase, attribuire tutte le colpe con precisione. Di certo, però, il processo di produzione e il lavoro dei migranti cinesi, sia in Italia sia in Europa, era stato già oggetto di studio e di raccomandazioni precise da parte dell'ILO (international labour organization)

    "Catene nascoste: lo sfruttamento del lavoro e i migranti cinesi in Europa". È il titolo di una ricerca ILO del 2010 in cui si analizza il fenomeno della migrazione dalla Cina in tre paesi europei: Italia, Francia e Regno Unito.

    Riguardo all'Italia, i ricercatori avevano messo in evidenza come le catene cinesi fossero allo stesso tempo dentro e fuori il sistema economico locale. Dentro, come imprese a cui vengono subappaltate fasi della produzione del "pronto moda" per il mercato europeo. Fuori, però, perché queste comunità restano isolate e invisibili dal punto di vista dei controlli su contratti, condizioni di lavoro e di vita, di tutele.

    Esiste infatti una relazione implicita tra imprese e lavoratori, un vero circolo vizioso che passa "dallo sfruttamento, alla dipendenza, alla interdipendenza" e che fa parlare, appunto, di "catene nascoste". C'è una sorta di volontà condivisa e di consenso ad accettare qualsiasi condizione, pur di ottenere commesse e di ripagare il debito contratto dai migranti per il viaggio in Europa: turni di 20 ore, paghe ben al di sotto degli standard, nessuna misura di sicurezza, abitazioni inadeguate e anche lavoro minorile.

    Per contrastare il fenomeno, è quindi necessario da un lato creare le condizioni per una maggiore “comunicazione all’interno di quelle comunità, a tutela delle persone più vulnerabili”, ma anche intervenire sulla “rete della produzione, la catena dei fornitori e dei subfornitori delle imprese italiane”, che “potrebbero e dovrebbero fare di più per vigilare e prevenire sfruttamento e altre tragedie come quella di Prato”.

    Fonti: Globalsit.it, MigrantiTorino.it

    Edited by sante22 - 16/1/2014, 15:57
    Last Post by sante22 il 12 Dec. 2013
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  2. L’America sul Pacifico con la Cina, la sfida del XXI secolo
    Kaltrina, Michela, Alex.

    AvatarBy sante22 il 11 Dec. 2013
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    Stramba partita di provocazioni tra Cina e Stati Uniti, tutte preavvertite e tutte accompagnate da cortesi inchini come impongono le buone maniere. Ed ecco che volare con dei B-52 sulla zona di “identificazione per la difesa aerea” cinese, per gli Stati Uniti non è peccato. Intanto perché la violazione dello spazio aereo cinese -ammettendo di volerla accettare come tale- era stata annunciata dallo stesso segretario alla Difesa di Washington, Chuck Hagel. Cose strambe, si diceva. Esercitazioni congiunte Usa-Giappone questa settimana. Ma la Cina sta litigando col Giappone proprio sul controllo di quelle isole sorvolate dai B52. Eppure la Cina si limita a dire, “guardate che ce ne eravamo accorti”, affermando di aver monitorato il volo di almeno due bombardieri sopra quello che Pechino considera già il proprio spazio aereo. Il Pentagono, da parte sua ha poi fatto sapere che quei bombardieri erano disarmati. Una provocazione piccola piccola, un’azione dimostrativa per ricordare alla Cina che l’America non sarà forse più lo sbirro del mondo, ma resta assai determinata a difendere i suoi obiettivi strategici. Come, ad esempio, il controllo del Pacifico.

    Il Giappone resta un mercato fondamentale per gli Stati Uniti, così come la Corea del Sud, contraltare tecnologico statunitense e mercato molto recettivo. Sul fronte del mercato energetico, gli enormi giacimenti di gas a largo delle isole contese tra Cina e Giappone e lungo tutta l’area della costa del continente asiatico, sono il motivo del contendere. Insomma, non soltanto l’Oceano Pacifico è più grande, ha potenzialità di sviluppo infinite, ma ha anche le sue consistenti e preziose fonti di energia alternative a quelle sempre rissose del Medio Oriente arabo. Puntare tutto sul Pacifico guardando unicamente all’aspetto economico, è scommessa saggia? Intanto, la Cina corre al riarmo, ma questo è tema di un altro reportage.
    Fonti: www.remocontro.it

    Edited by sante22 - 12/12/2013, 11:07
    Last Post by sante22 il 11 Dec. 2013
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  3. Il papa: chi ruba allo stato non puó donare alla chiesa
    Edoardo, Elisabetta, Georgiana

    AvatarBy sante22 il 5 Dec. 2013
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    Papa Francesco contro i corrotti dice: Non può essere benefattore della Chiesa chi ruba allo Stato. Il braccio violento dello Stato tira fuori dalla borsetta il peperoncino per “irritare” criminali e teppisti.
    Noi dobbiamo dirci tutti peccatori, sì, tutti lo siamo ma corrotti no.
    Il corrotto è fisso in uno stato di egoismo, non sa cosa sia l’umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva:"La bellezza di essere sepolcri imbiancati, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine." E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Tutti conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti.
    Guai a colui a causa del quale vengono gli scandali. Non si si parla di peccato, ma di scandalo che è un’altra cosa. Ma che differenza c’è dunque, si chiede il Papa, "tra peccare e scandalizzare?". Papa Bergoglio si è quindi soffermato sulla differenza tra peccare e scandalizzare spiegando che tutti dobbiamo dirci peccatori, ma dobbiamo guardarci dal diventare corrotti. Peccatori sì, corrotti, no. Chi si proclama benefattore della Chiesa, ma ruba allo Stato e ai poveri , è un ingiusto che conduce una doppia vita, perché inganna e dove c’è l’inganno, non c’è lo Spirito di Dio.
    In questo caso, osserva infatti "Gesù parla di scandalo". La differenza è che chi pecca e si pente, poi chiede perdono. Ma chi scandalizza, non si pente. Continua a peccare, ma fa finta di essere cristiano, conduce una doppia vita. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. E aggiunge «è meglio per lui che gli venga messa al collo una macina di mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare».

    Fonti: Wikipedia, Corriere della Sera

    Edited by sante22 - 19/12/2013, 15:35
    Last Post by sante22 il 5 Dec. 2013
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  4. Un giocatore su quattro è patologico o a rischio
    Francesco, Lorenzo, Omar

    AvatarBy sante22 il 3 Dec. 2013
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    Un giocatore su quattro è patologico o a rischio. L’ignoranza sui pericoli dell’azzardo è dilagante assieme alla cattiva coscienza di chi gioca, pur sapendo che è rischioso. L' Italia è il paese degli scommettitori! Tra videopoker, slot machine, gratta e vinci, sale bingo gli italiani spendono circa 1.890 euro a testa all'anno per tentare la fortuna, circa 110 miliardi di euro. Ottocentomila persone sono addirittura dipendenti da gioco d' azzardo e quasi due milioni i giocatori a rischio. Il consumo di gioco d'azzardo nell'Umbria è stimato in 2 milioni di euro al giorno. Il 50% di chi gioca è a «rischio zero» mentre il 24% è costituito da giocatori «poco problematici», inoltre ci sono un 12,2% «moderatamente problematico» e un 13,8% «molto problematico». Due categorie che sommate arrivano al 26%. Uno ogni quattro. Quasi un giocatore su due, poi, il 46,7%, non sa cos’è il gioco d’azzardo: il 29,9% crede che è solo «il gioco con posta alta», il 16,8% «quello non autorizzato dallo Stato». E chi gioca spesso perde il contatto con la realtà: le affermazioni più gettonate sono «la conoscenza delle regole aumenta la probabilità di vincere», «segnali precisi mi suggeriscono se è meglio continuare o no», «perdo perché la "dea bendata" mi volge le spalle» e perfino «L’aiuto del "cielo" è importante per vincere».
    Preoccupanti le risposte sulla "cattiva coscienza" del giocatore: il 36,8% torna a giocare l’indomani per rivincere i soldi persi. Un dato che comprende quel 28,7 che lo fa «qualche volta», il 5,5 «spesso», il 2,7 «sempre». Percentuale più contenuta, ma ancora più allarmante, il 14,9% che - qualche volta, spesso o sempre - ha «preso soldi in prestito» o «venduto qualcosa» per giocare. Tra i giocatori è comunque diffusa anche la coscienza sull’invasività dell’azzardo in Italia. In molti concordano sul fatto che «ci sono troppe opportunità per giocare», «l’azzardo andrebbe scoraggiato», «è stupido», «dannoso per la vita familiare», «una perdita di tempo» e perfino «è come una droga». I giocatori raccontano di somme importanti bruciate dal 34,6%: il 19 gioca tra i 25 e i 49 euro a settimana, il 10 tra i 50 e i 99, il 5,6 addirittura oltre 100. D’altronde un 34,2% si avvicina alle scommesse senza porsi limiti: un 26,4% stabilisce una cifra massima per giocata (ma senza limiti temporali), un 7,8% non si pone alcun tetto di spesa. Il 18% del campione, inoltre, è arrivato a spendere in un solo giorno cifre che oscillano tra i 51 e i 1.000 euro. Allarma infine l’attrazione del fenomeno sui giovani: l’8,8% ha cominciato da minore, il 41% tra i 18 e i 24 anni.
    Si tratta di un problema che coinvolge trasversalmente tutte le fasce di reddito e di età, con una prevalenza di casi in cui la scarsa cultura gioca un ruolo preponderante. Bisognerebbe che le istituzioni prendessero atto di questo preoccupante fenomeno e sopratutto bisognerebbe puntare alla prevenzione ripartendo dai bambini che dovranno esse...

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    Last Post by sante22 il 3 Dec. 2013
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  5. Disastro ambientale in Spagna
    Lucrezia, Alessandro, Cesare

    AvatarBy sante22 il 21 Nov. 2013
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    Un uccello dalle piume ricoperte di catrame: e' questa l'immagine-emblema pubblicata da tutti i siti del mondo del naufragio della Prestige che nel 2002 riversò in mare 77 mila tonnellate di petrolio provocando danni per oltre 300 milioni di euro alla Spagna. Ma il piu' grande disastro ambientale europeo rimane senza responsabili: oggi il tribunale di La Coruna ha riconosciuto "gli ingenti danni" provocati dalla marea nera scaturita dall'incidente, ma ha assolto i tre principali accusati per il disastro ambientale causato nel 2002 dalla Prestige, che affondo' davanti alla coste galiziane, rovesciando in mare 67mila tonnellate di petrolio. I giudici hanno deciso di non condannare i tre accusati e il governo spagnolo non paghera' i danni. Responsabile dei danni civili e' stata riconosciuta la compagnia assicuratrice del Prestige. Il comandante della nave, Apostolos Mangouras, oggi 78enne, e' stato condannato a nove mesi solo per il reato di disobbedienza, "per essersi rifiutato di far rimorchiare la nave", e comunque, per raggiunti limiti di eta' non scontera' la condanna. Assolti sia il capo macchine Nikolaos Argyropoulos, che l'allora direttore generale della Marina mercantile Jose' Luis Lopez Sors. Tutti e tre erano accusati di crimini contro l'ambiente, danni alle aree naturali protette e danni causati dal naufragio e l'accusa aveva chiesto una pena dai 5 ai 12 anni di reclusione oltre a un'ammenda di 4 miliardi di euro a titolo di indennizzo. Immediata la protesta degli ambientalisti che, al di la' della sentenza, hanno puntato il dito contro il governo spagnolo, completamente assente nel processo. L'attuale premier Mariano Rajoy ai temi era il numero due dell'esecutivo e aveva addirittura minimizzato il disastro rifiutandosi di parlare di 'marea nera'. Erano esattamente 11 anni fa, il 13 novembre del 2002, quando la Prestige, battente bandiera delle Bahamas, era salpata da San Pietroburgo diretta a Gibilterra. La nave rimase sei giorni alla deriva davanti a Finisterre per via di una violenta tempesta, fu allontanata e naufrago' al largo, rovesciando in mare 77.000 tonnellate di petrolio che inquinarono 1.700 chilometri di litorale in Spagna, Portogallo e Francia. A soccorrere la petroliera furono inviati diversi rimorchiatori: il "Ria de Vigo", "l'Ibaizabal I"," el Charuca Silveira" e "el Sertosa 32". Ma il capitano nego' il permesso ai rimorchiatori, molto probabilmente per via degli alti costi.
    La petroliera fu abbandonata dall'equipaggio e affondo'. I danni furono enormi: oltre 1.700 chilometri di coste inquinate e 657 spiagge colpite dalla nafta. Solo l'economia locale, basata sulla pesca e sulla maricoltura, subi' un danno per oltre 100 milioni di euro. Quattromila esemplari di uccelli marini morirono, mentre altri 40.000, di 18 specie diverse, furono ricoperti di petr...

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    Last Post by sante22 il 21 Nov. 2013
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  6. Femminicidio
    Lucrezia,Alessandro,Cesare

    AvatarBy sante22 il 20 Nov. 2013
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    FEMMINICIDIO:
    quella violenza che non ha classe sociale


    Il femminicidio consiste nell’uccisione di donne e ragazze a causa del loro genere,cioè in quanto donne.
    Esso può assumere varie forme,tra cui l’omicidio di donne a causa di violenza domestica,la tortura,l’uccisione delle donne in conflitti armati e l’infanticidio femminile.
    Il concetto di femminicidio riguarda non solo l’uccisione,ma ogni atto di violenza o di minaccia esercitato nei confronti di una donna che le provochi un danno fisico o psicologico . L’uccisione è quindi solo la manifestazione estrema e spesso una conseguenza di numerosi episodi di violenza,molte donne infatti hanno paura o vergogna per chiedere aiuto e spesso pagano il loro silenzio con la vita.
    Nel 2013 l’Italia ha notificato la CONVENZIONE DI ISTANBUL DEL CONSIGLIO D’EUROPA cioè il primo strumento per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Celebre è la scia di scarpe rosse,simbolo della campagna di mobilitizzazione contro il femminicidio chiamata “scarpe senza donne” iniziata in Italia nel 2012.


    FEMMINICIDIO:81 casi nei primi sei mesi del 2013

    La piaga del femminicidio fotografata da una statistica:nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise 81 donne,di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. L’Italia comunque è tra i paesi meno esposti in Europa a questo tipo di delitto. E’ la Germania a detenere il primato negativo,seguita della Francia e dal Regno Unito.

    Colpita una donna ogni 12 secondi,non solo ogni giorno viene colpita da atti di violenza di genere (fisica,verbale e psicologica) una donna ogni 12 secondi.

    Molte donne mantengono il segreto delle proprie ferite fisiche e psicologiche all’interno delle mura domestiche. Infatti la casa,che dovrebbe rappresentare la sicurezza,la protezione e l’alleanza,in realtà per questa donna è il contesto all’interno del quale si consuma il dramma quotidiano messo in atto dal proprio compagno.
    Di fronte alle notizie di femminicidio ci si chiede:”La tragedia si poteva prevedere ed evitare ? “
    Inizialmente ci si illude che si tratti di una momentanea perdita di controllo alla quale non dover dare peso. Successivamente gli atti si ripetono lasciando spazio a comportamenti sempre più gravi.
    La paura paralizza la donna che sceglie di non denunciare i soprusi.
    QUANDO INVECE SI SCEGLIE DI DENUNCIARE,LA DONNA VIENE TUTELATA DAL NOSTRO SISTEMA GIURIDICO E AIUTATA NEL PROPRIO CAMMINO.

    L’11 ottobre il Senato ha approvato il Decreto sul femminicidio con 143 voti a favore, 3 contrari e nessuno astenuto.
    Il decreto non punta solo alla depressione ma prevede anche risorse per finanziare un piano d’azione antiviolenza, una rete di case-rifugio e l’estensione del gratuito patrocinio.
    La polizia giudiziaria può allontanare il colpevole dalla casa famigliare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
    Chi è allontanato dalla casa famigliare potrà essere controllato at...

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    Last Post by sante22 il 20 Nov. 2013
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  7. Apple
    Kaltrina, Michela, Alex

    AvatarBy sante22 il 17 Nov. 2013
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    Apple Inc. è un'azienda informatica statunitense che produce sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali con sede a Cupertino, Silicon Valley.
    Comunemente chiamata "Apple" è stata "Apple Computer Company", dal 1º aprile 1976 al 3 gennaio 1977, ed "Apple Computer Inc.", dal 3 gennaio 1977 al 2007.
    Conosciuta in tutto il mondo dai primi anni ottanta grazie alla vasta gamma di computer Macintosh, attualmente il suo nome è associato anche al lettore di musica digitale iPod, al negozio di musica online iTunes Store, all'iPhone, smartphone basato sul sistema operativo iOS, e al tablet iPad.
    Nel corso del tempo Apple ha introdotto presso il grande pubblico numerose innovazioni nel campo dell'alta tecnologia e del design applicate ai prodotti informatici.
    A partire da agosto 2011, Apple è una delle più grandi aziende al mondo per capitalizzazione azionaria e di maggior valore al mondo, davanti alla eterna rivale Microsoft.
    Il 12 agosto 2012 Apple diviene la società privata con maggiore capitalizzazione di mercato di sempre, battendo il precedente record della rivale Microsoft risalente al 1999, anche se è nettamente inferiore alle compagnie nazionali, come Saudi Aramco. Nel 2012 gli utili sono cresciuti del 94%

    La apple e il suo scandalo
    Apple, la multinazionale californiana che produce l'iPhone e il Mac e fondata dal compianto Steve Jobs, è finita nel mirino della Procura di Milano per una presunta frode fiscale per un imponibile non dichiarato di oltre un miliardo di euro. Non è la prima volta che uno dei grandi gruppi mondiali dell'high tech finisce nell'occhio del ciclone per ipotesi di tasse non versate all'Erario italiano, tanto che un anno fa circa era comparso sulle cronache il caso di Google Italia per una serie di accertamenti da parte della Gdf.
    In relazione alla filiale italiana della più famosa 'mela' del mondo, però, gli inquirenti milanesi hanno già individuato gli estremi penali, tanto che, da quanto si è saputo, due manager di Apple Italia, verosimilmente coloro che si sono occupati dei bilanci, sono finiti nel registro degli indagati con l'accusa di dichiarazione fraudolenta dei redditi. E alcuni giorni fa i funzionari dell' Agenzia delle Dogane, con compiti di polizia giudiziaria, sono andati nelle sede della società in piazza San Babila, a Milano, per una perquisizione portando via materiale cartaceo e informatico. Un sequestro contro cui hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame i legali di Apple.
    Il meccanismo fraudolento su cui stanno indagando il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Adriano Scudieri parte da una costruzione societaria simile a quella di tanti "colossì" dell'informatica, con la "testa" negli Usa e basi in diversi Paesi d'Europa: una società di servizi in Italia, che dichiara pochi redditi, e una società commerciale in Irlanda, che si prende in carico gli «element...

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    Last Post by sante22 il 17 Nov. 2013
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  8. Mutilazioni genitali femminili
    Georgiana,Elisabetta,Edoardo

    AvatarBy sante22 il 14 Nov. 2013
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    Le mutilazioni genitali femminili Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 paesi dell'Africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici. Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono sottoposte.L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che siano già state sottoposte alla pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni anno[1]. Il 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. Tipi di mutilazioni L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato le mutilazioni in 4 tipi differenti, a seconda della gravità degli effetti:Circoncisione (o infibulazione al-sunna): è l'asportazione della punta della clitoride, con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche;Escissione al-wasat: asportazione della clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra;Infibulazione (o circoncisione faraonica o sudanese): asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale;Il quarto gruppo comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali femminili.Queste pratiche sono eseguite in età differenti a secconta delle tradizioni . L'infibulazione Definizione Il termine "infibulazione" deriva dal latino "fibula" che significa spilla. Definisce una procedura mutilativa nella quale la vagina è parzialmente chiusa approssimativamente all'altezza della metà delle grandi labbra attraverso una sutura che lascia solo un piccolo passaggio per l'urina e il sangue mestruale. La rimozione del clitoride può o non può essere inclusa. In effetti esistono anche altri tipi di mutilazioni dei genitali femminili presenti in diverse aree culturali: la sunna , più lieve, che incide su una parte soltanto della clitoride, l'escissione , che comporta una clitoridectomia totale. Dove si pratica Sono almeno 40 i paesi in cui è diffusa la pratica delle mutilazioni sessuali sulle bambine: ogni anno, due milioni di piccole vittime vanno ad aggiungersi ai 130 milioni di donne che vivono col marchio di questa ferita. L'Africa sub-sahariana, da est a ovest, è l'area di maggiore diffusione: Sudan , Somalia e Mali soprattutto, ma anche gran parte dell'Africa occidentale, l'Egitto , le zone meridionali della penisola araba, e più raramente alcune zone dell'Asia sud-orientale. Recentemente, tra le comunità di immigrati in Europa e Nord America, sono stati segnalati molti casi. In queste culture non aver subito la mutilazione genitale significa isolamento sociale: i Bambara, una delle etnie del Mali, chiamano "bikaloro" le bambine o donne non infibulate e questo è un gravissimo i...

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    Last Post by sante22 il 14 Nov. 2013
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  9. Come parlare di Dio ai bimbi di coppie gay
    Edoardo,Elisabetta,Georgiana

    AvatarBy sante22 il 14 Nov. 2013
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    «COME PARLIAMO DI DIO A BIMBI DI COPPIE GAY?» IL PAPA CONSULTA I FEDELI ?
    Gian Guido Vecchi CITTÀ DEL VATICANO — «In Inghilterra lo hanno messo online per tutti, so che negli Usa lo manderanno a tutti i sacerdoti come faccio anch’io nella mia diocesi...», spiega tranquillo l’arcivescovo Bruno Forte, segretario speciale dell’assemblea del sinodo. E l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, che del sinodo dei vescovi è il segretario generale: «Sì, certo, arriverà attraverso i vescovi e le conferenze episcopali, ma siamo pronti anche a ricevere direttamente le risposte di gruppi, movimenti, parrocchie, singoli fedeli: in modo che si possa sapere con tutta sincerità ciò che la gente pensa...». Il questionario che Francesco ha voluto fosse preparato in vista del sinodo sulla famiglia, che si riunirà in Vaticano fra un anno (5-19 ottobre 2014), non è una novità in sé — altre volte la santa Sede ha usato questo strumento — ma rappresenta una rivoluzione, prima ancora che per il contenuto delle domande — posizioni etiche della Chiesa, coppie di fatto e divorziati risposati, unioni gay, contraccezione —, per l’ampiezza della consultazione: la Chiesa nel senso più ampio del termine, fino ai singoli fedeli. Le trentotto domande rappresentano una traccia di ciò che i vescovi di tutto il mondo saranno chiamati a discutere prima di rivolgersi al Papa perché decida: non a partire da un «instrumentum laboris» definito dalle gerarchie ma dalla sintesi delle risposte dei cattolici, tutti i cattolici. Non è questione di «aperture», perché «la dottrina non cambia» e «le soluzioni sono tutte da trovare», si spiega. Però la Chiesa di Francesco, chiamata a rivolgersi con «misericordia» anzitutto ai «feriti», ad annunciare il Vangelo nell’«ospedale da campo» del tempo presente, affronta il compito con un realismo che non si nasconde nessuna questione. Forse la domanda più straordinaria, e significativa, è una delle quattro sulle coppie omosessuali, quando si chiede: «Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini, come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?». Significa che la Chiesa si sta ponendo per le coppie omosessuali con figli adottivi lo stesso problema che si è posta per le coppie di fatto o per i divorziati e risposati: l’isolamento rischia di precludere anzitutto ai bambini i sacramenti, l’ingresso nella Chiesa. «Ma certo: c’è una ferita nella trasmissione della fede», spiega l’arcivescovo teologo Bruno Forte. «Non sono persone da amare, questi figli? Sulle quali posare la misericordia di Gesù? Il taglio pastorale significa questo: anime da salvare. Il Papa ha ribadito il rispetto e la tenerezza per tutti, anche per i gay. Questo non significa riconoscere le famiglie gay, per la Chiesa la famiglia è una sola! Ma ogni persona ha diritto di essere raggiunta, attraverso la Chiesa, dall’amore di Dio. Il Vangelo non cambia: siamo noi che cerchiamo di capirlo meglio. E in questo ci aiuta l’uomo con le sue feri...

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    Last Post by sante22 il 14 Nov. 2013
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  10. Italiane stakanoviste
    Francesco,Lorenzo,Omar

    AvatarBy sante22 il 13 Nov. 2013
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    Italiane stakanoviste per forza ecco perché tra casa e ufficio nessuna al mondo lavora di più
    ROMA - Sveglia alle 6.30, colazione, letti, figli a scuola alle 8, in ufficio alle 8.30, rientro alle 14, spesa, aspirapolvere, uscita dalla scuola, corsa per le varie attività pomeridiane della prole, nei ritagli di tempo aiuto ai genitori anziani, rientro, cena, pulizia della cucina, revisione compiti figli, sistemazione bucato, stiratura camicie. È la giornata tipo di una donna da record, la donna italiana, l' unica a svolgere ogni settimana in media 22 ore di lavoro retribuito fuori casa e 36 ore di lavoro domestico. Con la beffa di ritrovarsi in fondo alla classifica Ue per tasso di attività, un risicato 47% che non ci fa arrivare ultimi solo perché esiste Malta.È un paradosso tutto italiano, emerso questa volta dallo studio dell' Ocse How' s life? 2013. Measuring wellbeing. E che ha una spiegazione molto semplice: gli uomini italiani svolgono in media una quantità ridicola di lavoro domestico rispetto alle donne, 14 ore, 22 in meno rispetto alle loro compagne, 7 in meno rispetto alla media Ocse (32 per le donne). Il gap non è solo italiano, certo. E l' Ocse sottolinea come il lavoro domestico delle donne sia quasi sempre più faticoso: quando le madri stanno in casa con i figli, cucinano o mettono in ordine. Quando gli uomini stanno in casa con i figli, spesso leggono il giornale o guardano la televisione. Però dall' indagine emerge chiaramente un "caso Italia": le italiane sono in testa alla classifica (che comprende 25 dei 34 Paesi Ocse più Cina, India e Sudafrica) sia per le ore di lavoro totali che svolgono ogni settimana in più rispetto agli uomini (11) che per quelle di lavoro domestico. Lontane anni luce da Paesi come la Danimarca o la Svezia, dove il sovrappiù di lavoro domestico femminile rispetto a quello maschile è minimo (meno di cinque ore settimanali) e viene compensato dalle ore di attività retribuita. Le danesi o le svedesi svolgono circa 28 ore a settimana di lavoro domestico, ma i loro compagni se ne sobbarcano 24-25, quasi il doppio rispetto agli italiani. «L' anomalia italiana è triplice- argomenta il direttore del Censis Giuseppe Roma - Un primo aspetto è che, soprattutto nel Mezzogiorno, per ragioni strutturali il ruolo delle donne presenta una differenziazione molto rilevante che le porta ad essere il centro della vita domestica, mentre gli uomini tendonoa disinteressarsi del ménage familiare. Secondo, siamo un Paese a basso tasso di occupazione femminile, 47% nel primo semestre di quest' anno. E la crisi peggiora la situazione: quest' anno per la prima volta il numero delle donne che lavorano è sceso a 9,3 milioni, contro i 9,5 milioni del 2012. Le famiglie risparmiano su tutto, asilo compreso. E avvalersi di un aiuto domestico diventa troppo costoso. Si parla solo di taglio del cuneo fiscale, eppure se si permettesse alle famiglie di detrarre un terzo dello stipendio della baby si...

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    Last Post by sante22 il 13 Nov. 2013
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