Profughi morti nel Sahara.
I migranti non
muoiono solo sotto i nostro occhi nel Mediterraneo,tutto il deserto è
lastricato di morti. Se ne aggiungono ora altri 35 nel Niger:
tentavano di entrare in Algeria e da lì verso l’Europa, ma il camion
si è rotto.
Un gruppo di migranti, nel complesso oltre cinquanta persone
compresi diversi bambini e donne, sono rimasti bloccati in pieno
deserto del Sahara in seguito a un guasto del camion con cui stavano
tentando di arrivare alla frontiera per entrare clandestinamente in
Algeria, e da lì raggiungere l’Europa.
almeno in 35 sono morti di sete: lo ha riferito Rhissa Feltou,
sindaco di Agadez, la principale città nel nord del Paese africano. Il
15 ottobre «una sessantina di migranti» erano partiti da Arlit a bordo
di due camion. Un mezzo si è fermato per un guasto e l’altro, senza
nessuno a bordo, è partito per cercare pezzi di ricambio e tentare una
possibile riparazione dei guasti. I migranti rimasti a piedi si sono
divisi in piccoli gruppi «alla ricerca di un’oasi» e «alcuni sono
riusciti ad arrivare ad Arlit e avvisare l’esercito». La gran parte
dei migranti morti di sete nel deserto del Niger erano donne e
adolescenti e i cadaveri sono stati individuati lungo la strada da
diversi testimoni, ha detto il sindaco di Arlit, nel nord del paese.
Secondo il responsabile della Ong Synergie, Azaoua Mamane, tra i
migranti «c’erano famiglie intere, per questo c’erano tante donne e
bambini.
La prima rotta migratoria attraversa il Niger,
congiungendo l'Africa centrale e occidentale alla Libia, da dove il
viaggio talvolta prosegue verso l'Italia.
Il percorso segue l'antico tragitto
carovaniero via Agadez e Dirkou alla volta di Madama per poi entrare
in Libia nei pressi del posto frontaliero di Toummo e risalire alla
volta dell'oasi di Sebha (in Libia). Sulla rotta i migranti sono
spesso vittime delle razzie di polizia e ribelli:
« Ho visto persone costrette dai militari a bere acqua fetida per
indurre problemi intestinali e fargli espellere le palline con le
banconote arrotolate nel cellophane che avevano ingoiato per non farsi
derubare »
Per chi rimane senza soldi il viaggio si tramuta in tragedia. Secondo
diverse testimonianze le oasi del deserto nigerino e libico sarebbero
disseminate di schiavi. Giovani partiti dall'Africa occidentale alla
volta dell'Europa e rimasti bloccati senza soldi per proseguire né per
ritornare.
« Dirkou è una gabbia e il Sahara e il Ténéré sono le sue sbarre. Di
disperati come loro, prigionieri dell'oasi, ne hanno contati
diecimila. Per non morire di fame lavorano gratis. Nelle case dei
commercianti o nei palmeti. Lavano pentole, curano orti e giardini,
raccolgono datteri, impastano mattoni. In cambio di una scodella di
miglio, un piatto di pasta, il caffè, qualche sigaretta. Volevano
arrivare in Italia, sono diventati ...
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