Scuola Secondaria Vannucci-3E

  1. Bullismo
    Il bullismo nella nostra società

    AvatarBy sante22 il 4 June 2014
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    Parte 1
    Last Post by sante22 il 4 June 2014
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  2. Donne partoriscono in carcere, non deve più succedere
    Edoardo, Elisabetta, Georgiana

    AvatarBy sante22 il 3 April 2014
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    Un bambino non dovrebbe mai stare dietro le sbarre di un carcere. Senza vedere il cielo, senza sapere cos'é un orizzonte.
    E possibilmente non dovrebbe nemmeno vedere dedenuta la mamma.
    I dati del Ministero della popolazione carceraria, al 31 dicembre 2013, registrano 43 madri detenute, 45 bambini con meno di tre anni e 22 detenute in gravidanza.
    É stato assunto un provvedimento da circa un anno per le mamme carcerate, ma non per quelle prive di residenza (ad esempio le Rom) o prive di dimora che consiste nell' accoglienza per un periodo medio-lungo.
    Il 27 settembre 2012 è nato il progetto "mamme con prole".
    Nel frattempo sono state individuate 32 strutture sul territorio disponibili all'accoglienza.
    È stato rilevato l'interesse di alcune donne, percui il progetto è stato proposto alla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) per finanziarlo.
    Grazie a questi progetti i bambini impareranno ad apprezzare il cielo che scende fino all' orizzonte.
    Un caso di gravidanza in carcere fu quello di una donna spagnola rimasta incinta già in precedenza che non riusci però a portare a termine. All' inizio aveva pensato a
    un aborto perchè le condizioni non erano delle migliori ma poi, disse: "Una vita non posso ucciderla", quindi decise di tenere il bambino.
    In seguito si trasferì in un carcere per mamme bambini e donne incinte. Lo scopo di questa struttura é di tracciare un itinerario, un percorso, una conversione da una situazione di deserto e fatica, per ripartire poi con una nuova vita.

    Fonte: Avvenire

    Edited by sante22 - 3/4/2014, 15:51
    Last Post by sante22 il 3 April 2014
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  3. Famiglie in balìa della TV
    Francesco,Lorenzo,Omar

    AvatarBy sante22 il 2 April 2014
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    Un video-cartello e una voce suadente prima delle trasmissioni inadatte ai ragazzi sono ormai il fragile argine per proteggere i più piccoli di fronte alla cattiva Tv. «Attenzione, questo programma può nuocere ai minori. Si consiglia di attivare il parental control», si legge sul piccolo schermo mentre uno speaker traduce il messaggio che appare. Una volta comparso l’avviso, qualsiasi programma che rischia di danneggiare bambini e adolescenti può essere mandato in onda: senza più alcun vincolo di orario. «È l’effetto dell’ultima riforma legislativa che riscrivere il rapporto fra televisione e minori in Italia», spiega la responsabile delle politiche culturali del Censis ed esperta di media, Elisa Manna. Che lancia l’allarme: «Con la svolta normativa che a torto è stata presentata come un rafforzamento delle tutele, le emittenti possono trasmettere tutto e a qualsiasi ora del giorno, compresi i contenuti nocivi che talvolta possono sfociare in quelli gravemente nocivi».

    Di fatto film vietati ai minori di quattordici anni o trasmissioni con linguaggio volgare e immagini violente sono già entrate nella programmazione dei pomeriggi tv e della prima serata. Perché la nuove norme che hanno dato il via libera ai palinsesti «selvaggi» individuano come unica barriera il filtro elettronico dei televisori, chiamato con la locuzione anglosassone parental control. «E dal punto di vista legale le reti hanno le spalle coperte – sostiene Manna –. Anzi, sulla carta non avrebbero bisogno neppure di mandare in onda quel cartello che invita ad attivare il dispositivo». La svolta delle regole fa ricadere sulle famiglie ogni responsabilità. «Il legislatore – chiarisce la ricercatrice – ha consentito alle stazioni tv di avere le mani libere purché i genitori siano informati».
    Ma i numeri dicono che la strategia non funzione. Il libro bianco dell’ Agcom «Media e minori» presentato a gennaio spiega che appena una famiglia su quattro ricorre abitualmente il parental control, mentre quasi il 50% dei genitori non lo utilizza o addirittura ignora che cosa sia. Va meglio quando si ha a che fare con i «bollini» (rossi e arancioni) che sullo schermo indicano i pericoli del programma: sono apprezzati da sei famiglie su dieci. Altrettanto positiva l’accoglienza fra le mura domestiche dei consigli verbali di conduttori o presentatori che sono considerati validi dalla metà dei nuclei familiari.

    Certo, quando si chiede a madri e padri se siano preoccupati per gli effetti che scene o programmi nocivi possono avere sui loro figli, appena un 1% dichiara che si esageri con gli allarmismi. Il resto, ossia il 99% – e la cifra è a dir poco bulgara –, afferma che i timori sono più che giustificati. Ciò che turba di più è l’intolleranza e la volgarità che trasbordano dal piccolo schermo (per il 44% delle famiglie). Poi ci sono le «parolacce sentite in Tv», il cattivo esempio dato dall'aggressività televisiva e il consumismo (tre temi che sono considerati 'minacce'...

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    Last Post by sante22 il 2 April 2014
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  4. Caso Crimea
    Alessandro, Lucrezia, Cesare

    AvatarBy sante22 il 27 Mar. 2014
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    Il tricolore della Federazione russa è stato issato su tutte le 193 basi militari delle Forze Armate dell'Ucraina in Crimea. A Kiev sono rimaste solo 10 navi militari, mentre 51 sono quelle finite nelle mani dei russi. L'Ucraina è pronta ad esercitazioni militari con gli Usa e i paesi dell'Europa dell'est.

    In Ucraina è stato ucciso uno dei leader dei nazionalisti
    Ucraina, l'avvertimento di Obama a Putin: la Nato è pronta a reagire
    Ucraina,Tymoshenko: pronta a sparare a Putin con un mitra
    Crimea, Russia cattura una nave ucraina. Obama dall'Aja: sanzioni di forte impatto.
    L'Ucraina pronta a organizzare esercitazioni militari con Usa e Paesi dell'Europa est.

    Il tricolore della Federazione Russa sventola su tutte le unità da guerra delle quali Kiev disponeva in Crimea. Lo ha annunciato ufficialmente il generale Valery Gherasimov, capo dello Stato maggiore interforze di Mosca, dopo la presa dell’ultima superstite della Marina militare ucraina nella penisola annessa alla Russia. "Alla data del 26 marzo 2014 - ha aggiunto Gherasimov incontrando i giornalisti - le bandiere della Russia sono state issate su tutti i 193 tra distaccamenti militari e sedi amministrative delle Forze Armate dell'Ucraina in Crimea". L'invasione della Crimea ha anche quasi cancellato la marina di Kiev: 51 vascelli sono finiti nelle mani dei soldati russi e all'Ucraina sono rimaste appena 10 navi da guerra.

    L'Ucraina è pronta a organizzare esercitazioni militari a cui potrebbero partecipare soldati americani, polacchi, rumeni e moldavi. A prevederlo è un progetto di legge depositato stamane dal presidente ucraino ad interim e presidente del Parlamento, Olekandr Turchynov. Nel progetto si chiede l'autorizzazione dell'organo legislativo per l'ingresso sul territorio nazionale di truppe straniere in vista di sette esercitazioni.

    Intanto Barack Obama ha sfidato Vladimir Putin. Nella conferenza stampa conclusiva del summit sulla sicurezza nucleare, martedì all’Aja, ha lanciato un messaggio chiaro alla Russia: "Se non si fermerà ci saranno altre conseguenze e altri costi". Obama ha poi ribadito l'unità dell'Alleanza atlantica: "Ci stiamo organizzando -assicura -in modo ancora più intenso per fare in modo che ci siano piani di emergenza e garanzie a tutti gli alleati”. Russia fuori dal G8. Un messaggio, quello di Obama, giunto all’indomani della riunione del G7, che si è svolta lunedì sera, a margine del primo giorno del summit sulla sicurezza nucleare. I 7 grandi hanno deciso che se la Russia non cambia strategia resta fuori, temporaneamente, dal G8 che da Sochi si trasferisce a Bruxelles.

    Fonti: Rai news

    Edited by sante22 - 27/3/2014, 15:51
    Last Post by sante22 il 27 Mar. 2014
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  5. Tutta la verità sullo spinello.
    Kaltrina, Michela, Alex.

    AvatarBy sante22 il 26 Mar. 2014
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    La Corte Costituzionale il 12 febbraio ha detto che la legge Fini-Giovanardi sull’uso degli stupefacenti non è accettabile, decisione assunta non per un problema inerente la finalità della legge ma perché la norma è stata emanata in contrasto con l’articolo 77 della Costituzione. E da oltre un mese, si può dire a giorni alterni, leggiamo titoli di giornali esultanti come se, caduta la legge, tornasse normale distinguere tra droghe leggere e pesanti, distinzione più che clinica, semplicemente amministrativa. Ecco allora tanti ripetere la solita storia che la marijuana è una droga leggera, che anzi "aiuta a stare meglio". Nei giorni scorsi, tre liceali milanesi sono finiti al pronto soccorso per uno spinello fumato nell' intervallo, accusando forti giramenti di testa e difficoltà a respirare.
    Nessuno nega che le molecole chiamate cannabinoidi (presenti in natura sotto varie forme) abbiano un effetto analgesico; il principio attivo dell’aspirina deriva dalla corteccia del salice; ma ci si cura con l’aspirina, non fumando la scorza di un albero, perché per curare si deve dare il principio attivo certificato dal laboratorio, senza sostanze estranee, e nelle dosi prescritte.
    Negli Stati Uniti si stanno prendendo le misure al dilagare del consumo seguito alla legalizzazione in alcune aree, tanto che in un recentissimo numero la rivista Nature Medicine titola: «Dopo lo spinello libero, servono nuovi farmaci per contrastare l’incremento nell’uso di marijuana» per via dell’assuefazione che ne consegue. Anche un comitato di esperti Usa, allarmati dalla legalizzazione, raccomanda che almeno venga ben impresso sui pacchetti tutta l’impressionante rassegna di rischi correlati: rischi nella guida, problemi per la salute di cuore e polmoni, danni al feto, conseguenze sullo sviluppo neurologico e mentale...
    Certo, tutti questi sono rischi e non una certezza di ammalarsi,ma il fatto che qualche amico non abbia registrato conseguenze sulla propria salute non autorizza a dire che quanto riporta la scienza nelle pubblicazioni scientifiche più autorevoli sia niente più che un cumulo di fandonie.

    Anche l’insospettabile New York Times ha pubblicato recentemente un libretto per gli educatori per seguire passo dopo passo gli studenti e dissuaderli dall’uso della cannabis illustrandone tutti i rischi, tra i quali quello della tossicodipendenza da "droga leggera" meno evidente e anche meno frequente ma tuttavia ben presente nella popolazione americana.
    Ignorare questi dati di fatto oggi dunque non è più possibile, e chi d’ora in poi banalizzerà l’uso dello spinello farà scientemente un cattivo servizio ai giovani, confondendo le acque, tentando di trascinare (illegittimamente) sul terreno antiproibizionista una legittima sentenza della Consulta che ha sanzionato esclusivamente un vizio di forma.
    Perché parlare tanto di liberalizzare la droga è voler evitare di parlare sul serio di disagio giovanile, una periferia esistenziale ch...

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    Last Post by sante22 il 26 Mar. 2014
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  6. Droga, prevenzione vincente spendi un euro ne risparmi dieci
    Edoardo, Elisabetta, Georgiana

    AvatarBy sante22 il 20 Mar. 2014
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    Un tossicodipendente su sei riceve i trattamenti riabilitativi ad un costo globale annuale di circa 25 miliardi di euro. In media, 7mila euro per ciascuna persona in cura. Basterebbe investire di più nella prevenzione per diminuire di dieci volte questo pesante conto socio-sanitario.
    L' eroina, la cannabis e la cocaina sono le droghe più usate nel mondo dalle persone che decidono di intraprendere un trattamento per disintossicarsi. Secondo Raymond Yans, presidente di INCB, «gli investimenti in prevenzione e assistenza sono fondamentali perché portano a ingenti risparmi nella sanità pubblica e nei costi legati a problemi di criminalità, alleviando inoltre le sofferenze dei tossicodipendenti e delle loro famiglie».
    A conti fatti per ogni euro speso nella prevenzione, i governi possono risparmiane dieci in costi futuri: dall' ordine pubblico, alle spese sanitarie, alle ricadute socioeconomiche del narcotraffico.
    Anche in questo campo le distanze tra i continenti sono abissali. In Africa solo un tossicomane su diciotto accede a un qualche trattamento saitario. In America Latina, Caraibi e Sud-est asiatico si scende a uno su undici. In Nordamerica uno su tre, con parametri analoghi all' Europa.
    «Una questione di primaria importanza in Europa ma non solo, anche in altre zone del mondo, compresi i paesi in via di sviluppo è l' aumento senza precedenti in numero e varietà, delle cosiddette nuove sostanze psicoattive,» denunciano dalle Nazioni Unite. «stupefacenti mascherati da sali da bagno, droghe legali e perfino fertilizzanti.»
    La commissione di esperti sulla tossicodipendenza dell' Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), entro tre mesi presenterà una ricerca su venti nuove sostanze, alcune delle quali erroneamente ritenute «droghe leggere».
    La produzione illegale di marijuana su larga scala è gestita soprattutto dalla criminalità organizzata, «anche se in alcuni paesi, come il Regno Unito c' è una tendenza verso tanti piccoli produttori illegali». Nell' Europa centro-occidentale «la cannabis è inoltre la droga di cui più spesso viene dichiarato l' uso tra i tossicodipendenti in cura per la prima volta. In Europa sud orientale, dove stanno avendo un forte impatto, le nuove sostanze stupefacenti sono un fenomeno emergente». Anche se queste sostanze vengono principalmente trasportate dall'Asia per poi essere lavorate, confezionate e distribuite in Europa, «recenti segnali mostrano una piccola produzione anche nel continente europeo».
    Ma è la corruzione il grande alleato dei narcos. I giganteschi profitti che derivano dal mercato della droga spesso superano le risorse finanziarie degli Stati. E non è un caso che sia stato riscontrato un incremento generale del traffico di stupefacenti attraverso l'Africa, oramai ritenuta come la più grande base logistica verso i mercati europei.
    Ma l 'abuso di droga ha anche ripercussioni ambientali. La deforestazione e la perdita di biodiversità veg...

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    Last Post by sante22 il 20 Mar. 2014
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  7. Armamento dei cinesi
    Lorenzo, Francesco, Omar

    AvatarBy sante22 il 20 Mar. 2014
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    Mentre l’Us Army americana taglia i suoi uomini e limita i fondi per i prossimi anni, la Cina, invece, decide di investire sempre più nelle sue forze militari e la notizia non piace affatto al Giappone.
    Le previsioni di Pechino parlano di un più 12,2 % nel proprio budget
    militare per il 2014, per presentarsi preparata ad ogni possibile conflitto con i propri vicini di casa. Così facendo quest’anno gli investimenti militari raggiungeranno la cifra di 95,9 miliardi di euro, come rende noto il ministro cinese delle finanze.
    Obiettivo, quello di confermare il proprio status di potenza militare. Per tale ragione gli investimenti di Pechino in questo ambito negli ultimi anni continuano a salire, con un più 11,2 % nel 2012 e un più 10,7 % nel 2013.
    Il fondo a disposizione della difesa cinese è così facendo il secondo più alto del mondo, ma ancora nettamente dietro a quello degli Stati Uniti, anche considerando gli ultimi tagli messi in programma, dato che essi, quest’anno, raggiungono i 460 miliardi di euro.
    Secondo alcuni esperti però, dei numeri forniti da Pechino non ci sarebbe molto da fidarsi dato che in realtà questi supererebbero quelli resi noti. Il Pentagono, ad esempio, stima che la Cina avrebbe investito per la difesa militare nel 2012 tra i 98 e i 156 miliardi di euro.
    Per cercare di reagire anche il Giappone a metà dicembre aveva annunciato l’aumento del 5 % dei propri investimenti militari sui prossimi cinque anni, con un budget di 175 miliardi di euro per il periodo 2014-2019.
    Decisione assolutamente non apprezzata da Pechino secondo cui la scelta giapponese “non può che provocare forti preoccupazioni tra i paesi dell’Asia e della comunità internazionale” spiegava il ministro della difesa cinese. A questo, con qualche mese di distanza e inseguito alla notizia dei nuovi investimenti cinesi, ha risposto Suga sottolineando che il Giappone non ha ambizioni “militariste” come Pechino e che, al contrario di questo “viaggia sul cammino della libertà, della pace e della democrazia” dalla fine della seconda guerra mondiale.


    Tratto da: news.you-ng.it

    Edited by sante22 - 20/3/2014, 15:53
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  8. Utero in affitto in India
    Michela, Kaltrina, Alex

    AvatarBy sante22 il 6 Mar. 2014
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    Non esiste un diritto al figlio e a dirlo non sono solo la Chiesa o i “retrogradi”, ma anche il mondo scientifico.
    "E la pratica dell’utero in affitto non è una soluzione all’infertilità, ma una speculazione sulla sofferenza": ad affermarlo è l’associazione Scienza & Vita che precisa: “La vicenda del via libera all’utero in affitto da parte del tribunale di Milano ripropone con urgenza il duplice problema sia della mercificazione del corpo femminile, sia dell’illegittimità del desiderio del diventare genitori a tutti i costi e con ogni mezzo”.
    Spiegano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’Associazione Scienza & Vita: “Questa tecnica pretende di annullare la sofferenza di chi non può avere figli propri, dimenticando il peso umano e sociale di questa scelta sia per la madre che per il bambino. La donna, che per povertà si presta a portare in grembo il figlio di altri, è di fatto ridotta a incubatrice umana in aperta violazione dei diritti e della dignità di ogni essere umano. Il bambino che viene così concepito, spesso anche con gameti esterni alla coppia, diviene prodotto e perde il diritto alla sua riconoscibilità genetica e familiare”.
    I responsabili di Scienza & vita ricordano che esistono altre vie, come l’adozione, “per far incontrare virtuosamente il desiderio di maternità e paternità con il futuro di un bambino che attende una famiglia in cui crescere”
    Al contrario, invece, “assecondare e incoraggiare la gravidanza per conto terzi, eufemisticamente definita ‘maternità surrogata’, promuove quello che è a tutti gli effetti un business sulla sofferenza che non tiene conto delle gravissime implicazioni sociali e dei costi umani che questo comporta”
    Diventa dunque urgente “fermare questa nuova forma di schiavitù deve essere una priorità per un Paese fondato sull’uguaglianza che non voglia piegarsi alle storture di una giurisprudenza emozionale”.

    Fonte: FamigliaCristiana.it

    Edited by sante22 - 13/3/2014, 15:36
    Last Post by sante22 il 6 Mar. 2014
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  9. Usura
    Alessandro, Lucrezia, Cesare

    AvatarBy sante22 il 6 Mar. 2014
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    Un problema di cui parlano molto poco i canali televisivi e i giornali del nostro paese è la crescita progressiva dell'usura, come la sua diffusione omogenea sul territorio nazionale.
    A questa forte diffusione corrisponde un impressionante calo delle denunce da parte delle vittime.
    Questo si spiega con un dato molto noto alle forze dell'ordine come alla magistratura: lo sfruttamento della povertà in cui sono caduti interi settori della popolazione, che prima di questa crisi godevano di un relativo benessere, e la presenza sempre più incisiva delle mafie, che al contrario sono sempre più ricche e investono con successo in questo settore.
    D'altra parte, colpevoli di questa situazione in un momento così grave per l'economia sono senza alcun dubbio le banche, che invece d'intervenire adeguatamente a favore dei loro clienti in difficoltà, hanno chiuso completamente le possibilità di credito senza immediate garanzie.

    Sono le nostre quattro associazioni mafiose, da Cosa Nostra alla 'Ndrangheta alla Camorra campana, in particolare con la sua punta più attiva, il Clan dei Casalesi e la Sacra Corona Unita, che intervengono tramite le intimidazioni e le minacce a far diminuire il numero delle denunce. Così riescono ad avvolgere nel silenzio e a proprio vantaggio una delle azioni più vili che i clan svolgono da sempre nelle zone in cui dominano ad oggi - presenti come sono - in tutta la penisola. 
Il giro d'affari è stimato in trenta miliardi di euro (si tratta di una cifra molto prudente) e riguarda tra i centocinquantamila e i duecentomila esercizi commerciali. Ebbene, di questo traffico la metà, se non di più, è ordinatamente gestito dai mafiosi.
    Mentre in Europa la soglia di tolleranza nei prestiti è del trenta per cento, in Italia è del cinquanta per cento. Se si va in giro per il mondo si scopre che i limiti negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in altri paesi che partecipano come l'Italia ai vertici dei paesi sviluppati hanno percentuali molto più basse, pur lasciando ai singoli Stati - se hanno ordinamenti federali - la possibilità di introdurre proprie scelte che si spostano (ma di poco) dalle decisioni nazionali.
    Già, noi siamo sempre uno dei paesi che, pur facendo parte dei club più esclusivi in termini di ricchezza se non di tutti i cittadini almeno di quelli più fortunati, non solo non abbiamo limitato ma abbiamo visto crescere negli ultimi trent'anni il peso dell'usura, affidato sempre di più alla criminalità mafiosa organizzata.
    D'altra parte - è il caso di ricordarlo - noi restiamo il paese delle mafie combattute in maniera inefficace, senza un'educazione civile adeguata, con un'informazione giornalistica e televisiva che - ad essere indulgenti - mostra troppo scarso interesse su questi problemi.
    Non c'è dunque da stupirsi che anche se - come tutti ci auguriamo - i prossimi anni segneranno una nuova crescita economica del Paese con misure di politica eco...

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    Last Post by sante22 il 6 Mar. 2014
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  10. Gender a scuola, Roma ci prova
    Francesco, Lorenzo, Omar

    AvatarBy sante22 il 5 Mar. 2014
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    Dopo il registro sulle unioni civili - che attende solo il sì del consiglio comunale - il Campidoglio guidato da Ignazio Marino prova a piantare un’altra bandierina ideologica: il progetto di educazione per le scuole superiori «Lecosecambiano@ Roma» per «il rispetto e la valorizzazione delle differenze», finalizzato a «contrastare il bullismo omofobico ». Tra le attività, incontri con testimonial del mondo dello spettacolo e rappresentanti delle associazioni romane.
    Nel bando del progetto l’assessorato capitolino alla scuola illustra le finalità: «Rilevare le percezioni e le esperienze degli/le studenti sulle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere»; «sensibilizzare sui temi della valorizzazione delle differenze e al rispetto delle scelte individuali»; «promuovere una visione positiva del futuro attraverso le testimonianze concrete di persone note per far comprendere che 'le cose possono effettivamente cambiare'»; «diffondere informazioni sui servizi a Roma per persone lesbiche, gay, omosessuali e transessuali della Memoria.
    Qui non si tratta di dire sì o no all’omofobia – sottolinea De Palo – perché ogni discriminazione va combattuta con decisione, che sia chiaro. Ma il Campidoglio dimostra di non avere un progetto educativo e preferisce appaltare alle associazioni un problema che invece va affrontato senza affermazioni ideologiche. Rifiutando, fra l’altro, di coinvolgere le associazioni familiari e dei genitori. L’adolescenza è un periodo delicato di formazione della personalità. E i genitori degli studenti, fra l’altro minorenni, hanno il diritto, anzi il dovere di essere coinvolti preventivamente.
    «Sono 8 mesi che abbiamo chiesto di incontrare il Sindaco», dice la presidente del Forum del Lazio Emma Ciccarelli. «Dopo aver smantellato tutte le politiche familiari che avevamo contribuito ad attuare negli anni precedenti, prende iniziative che riguardano le famiglie senza confrontarsi con le Associazioni familiari ». Ribadito il no, «come è ovvio, ad ogni forma di bullismo, perché ogni vita è degna indipendentemente dall’orientamento sessuale, siamo altrettanto convinti che questo delicato tema educativo debba essere trattato concordando con i genitori i modi e i tempi onde evitare semplificazioni o indottrinamenti».
    Per questo il Forum chiede «un confronto immediato tra l’associazionismo, il sindaco e l’assessore Cattoi: abbiamo ricevuto centinaia di mail da parte di genitori spaventati per queste proposte educative che trattano temi così delicati. L’omofobia si vince con l’educazione, non con l’ideologia». Concorda Gianluigi De Palo, assessore nella giunta Alemanno, oggi all’opposizione come capogruppo della lista civica 'Cittadini per Roma'. «Il Campidoglio taglia i fondi per progetti che hanno funzionato bene, dimezzando lo stanziamento per i viaggi di alternativi».

    Fonte: www.Avvenire.it

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